IL MIO NOME È CLITORIDE

Dodici giovani donne dai 20 ai 25 anni raccontano la storia della loro sessualità fin dall'infanzia. Dalle loro stanze, davanti alla telecamera, si rivolgono alle due registe rispondendo alle loro domande. Ricordano le loro prime sensazioni, le esplosioni azzardate, le conversazioni al buio e gli ostacoli inaspettati. Tutte sono mosse, ciascuna a suo modo, dallo stesso impulso: la ricerca di una sessualità appagante, libera ed egualitaria.

La parola clitoride è ancora tabù oggi? Sembrerebbe proprio di sì. Nel film alcune giovani donne dialogano sulla sessualità femminile. Il focus della discussione è proprio il clitoride. Il tutto avviene con estrema libertà, con coraggio e humor, condividendo le loro storie ed esperienze. Il desiderio comune è quello di abbattere le frontiere del bigottismo educativo che vorrebbe preservare senza accorgersi invece di mettere in pericolo le ragazze e le giovani che si affacciano alla vita senza conoscere a fondo il proprio corpo. Le protagoniste del film desiderano un mondo diverso, dove sia scontato il diritto a un’educazione sessuale informata, libera da costrizioni e tabù. Potere al clitoride.


2019
Belgio
Documentario
Lisa Billuart-Monet, Daphné Leblond

80min
7,90
Dall'8 marzo


TRAILER


ACQUISTA

Valuta:

"Il mio nome è clitoride" è da vedere perché di educazione sessuale non si parla mai abbastanza


La sessualità femminile, questa sconosciuta! Facciamo un sondaggio: quante di voi hanno scoperto l'esistenza del clitoride a scuola, magari in un libro di testo con una bella immagine esplicativa? Quante invece l'hanno scoperto per caso, esplorando il proprio corpo, cercando online, o magari su indicazione del proprio partner? Ecco, se fate parte del primo gruppo potete ritenervi l'eccezione, dato che normalmente le scuole italiane sorvolano serenamente sull'argomento, lasciando le ragazze prive di informazioni preziose (possiamo anche dire essenziali) sulla propria anatomia e sessualità. Eppure il clitoride non è proprio un organo di poco conto da relegare agli studi specialistici, eh! Il problema è che il corpo femminile è stato per secoli male interpretato, poco studiato e considerato un tabù (basti pensare alle diagnosi di isteria!) e una minaccia. 

I risultati si vedono ancora oggi e dunque bisogna parlarne, parlarne e fare informazione. Ecco quindi perché siamo molto felici che Daphné Leblond e Lisa Billuart-Monet abbiano realizzato il documentario Mon nom est clitoris (il mio nome è clitoride) che si propone proprio di aprire una conversazione intima sulla sessualità femminile priva di stereotipi, per proporre un nuovo modello di educazione sessuale.

"Il progetto", spiega Leblond a Le Figaro, "è nato discutendo con Lisa delle nostre difficoltà sessuali, ci siamo rese conto che erano le stesse. Abbiamo identificato due cose: il tabù della masturbazione femminile e l'obbligo della penetrazione vaginale durante il rapporto sessuale". Proprio per questo il documentario si prefigge di sfidare i falsi miti che limitano un approccio sano alla libertà sessuale "delle ragazze, degli uomini, e delle persone LGBT". "Stiamo abbattendo delle barriere", prosegue Daphne Leblond, "Non abbiamo avuto bisogno di convincere le testimoni a confidarsi, abbiamo sentito che c'era una forte domanda, un bisogno di parlare".


LINK ALL'ARTICOLO COMPLETO