IN VIAGGIO VERSO UN SOGNO - THE PEANUT BUTTER FALCON

Zak ha solo 22 anni ma vive in una casa di cura per anziani in North Carolina, a cui è stato assegnato dallo stato perché senza famiglia e affetto dalla sindrome di Down. Zak però non ci sta, ed è determinato a scappare dalle cure di Eleanor, responsabile dell'istituto, con l'aiuto dell'amico Carl. Quando finalmente il ragazzo riesce a darsi alla fuga, il destino lo mette sul cammino di Tyler, pescatore di granchi inseguito da un compratore a cui deve dei soldi. Brusco e tormentato, Tyler si prende però cura di Zak e decide di portarlo con sé nel suo viaggio verso la Florida, facendo tappa alla scuola di wrestling dove Zak spera di incontrare il suo idolo Salt Water Redneck.

2020

AVVENTURA, Commedia
TYLER NILSON, Michael Schwartz
Shia LaBeouf, Dakota Johnson, Zack Gottsagen, John Hawkes, Bruce Dern, Thomas Haden Church
97min
3,90


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LE MUSICHE


La colonna sonora di In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon è una raccolta vivace ed eclettica di musica americana che evoca l’euforia di un viaggio senza fine. Include bluegrass, gospel, country, rock, folk e indie rock, il tutto interpretato da artisti diversi come Staple Singers, Colter Wall, Ola Belle Reed e Yo La Tengo, oltre alle musiche originali interpretate da un quartetto di compositori.

I registi hanno cercato di inserire nel film un tipo di musica che potesse far sentire lo spettatore come a casa, restando nel panorama tipicamente americano del film e rafforzando le personalità uniche del trio di viaggiatori. Secondo il supervisore e compositore musicale Zachary Dawes “L’ambientazione è davvero un personaggio di questo film”, afferma. “Volevano rimanere fedeli a ciò e avere anche qualcosa che potesse oscillare tra il nervosismo del personaggio di Shia e la dolcezza di Zack e Dakota. Quindi ci sono elementi di dissonanza, distorsione e percussioni pesanti, ma anche pezzi dolci che raccontano come questi tre personaggi diventano una nuova famiglia”.

Quando Dawes e il compositore Jonathan Sadoff iniziarono a scrivere le musiche originali per il film, si resero conto che era essenziale introdurre musicisti fluenti nel linguaggio musicale della colonna sonora. Si sono rivolti quindi ai polistrumentisti Gabe Witcher e Noam Pikelny, che sono anche accreditati come compositori nel film. “Sono musicisti di altissimo livello e il loro contributo al film ha finito per essere più significativo del semplice ruolo che dovevano ricoprire”, afferma Dawes. “Sono così bravi e così creativi che hanno finito per far parte anche loro del processo di composizione in studio”.

Il produttore musicale esecutivo Charles Barsamian ha lavorato con i registi, i produttori, Dawes e gli altri compositori per montare la colonna sonora. “Tutti si sono impegnati così tanto e a fondo per renderlo un grande film”, dice. “Zach ha fatto un lavoro straordinario e ha trovato altra musica per integrare la colonna sonora originale”.

La musica originale include elementi tradizionali e non tradizionali, afferma Barsamian. “Jon Sadoff è un compositore di colonne sonore tradizionali, mentre Gabe Witcher e Noam Pikelny, che sono membri della band Punch Brothers, hanno contribuito inserendo più di un elemento bluegrass. Ma l’intera linea è essenzialmente americana. La violinista bluegrass Sara Watkins ha registrato alcune voci originali in una canzone intitolata “Long Hot Summer Days”. È più di una musica di sottofondo in quanto ha un forte impatto sulle scene e sul movimento del film”.

Oltre ad essere intimamente coinvolti nella selezione delle canzoni per il film, i registi hanno anche co-scritto la canzone dei titoli di coda, “Running for So Long (House a Home)”.

I LUOGHI DEL FILM


In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon è stato girato all’interno e nei dintorni di Savannah, in Georgia, nel bel mezzo di un’estate tipicamente afosa della città, con delle condizioni meteo che possono essere critiche. Le temperature sono altissime, spesso con un tasso di umidità del 90% o più. Le piogge frequenti possono sfociare in temporali, con tanto di tuoni e fulmini, quindi la troupe doveva essere estremamente agile per adattarsi ai cambiamenti dell’ultimo minuto. Ma i numerosi pregi della città hanno permesso di superare facilmente queste difficoltà, come afferma Nilson. “Adoriamo Savannah, non c’è stato un singolo momento in cui avrei voluto essere da qualche altra parte a girare questo film, è il luogo perfetto”.

Nigel Bluck è un direttore della fotografia di origini australiane e apprezzato in tutto il mondo per le sue doti in ambito cinematografico. La sua fotografia cattura una versione stilizzata e languida degli stagni e dei vicoli del sud rurale, caratterizzato da insenature paludose piene di canneti e intime spiagge sabbiose, ma anche da campi immensi e boschi sterminati, trasformando Savannah e la Georgia nella Carolina del Nord in modo impeccabile. Trova innata bellezza e misticismo in luoghi spesso rappresentati come scarabocchi. “È una bellissima parte del mondo”, osserva. “Le persone sono molto vivaci e a proprio agio con se stesse. Anche le parti più povere sono libere, lussureggianti e, in un certo senso, magiche”.

Bluck afferma che lui e i registi hanno ampiamente parlato di mantenere la macchina da presa “trasparente”. “Era importante che la camera non richiamasse l’attenzione su di sé, ma che osservasse in silenzio questo viaggio”, spiega. “C’è un sentimento tale nella sceneggiatura che mi ha ricordato Le avventure di Huck Finn. Visivamente stavo cercando proprio il senso di atemporalità che si può ritrovare nelle foto di strada. Volevamo raccontare la storia con un senso di ultra-naturalismo che riflettesse le realtà della vita di Tyler e parte del surrealismo del regno fantastico dell’immaginazione di Zak”.

Bluck ha rappresentato questa filosofia attraverso le modalità in cui vengono ripresi gli attori, in particolare Dakota Johnson. “Abbiamo scelto di enfatizzare questa sorta di bellezza non curata che le appartiene e che ben si addice a questi scenari”, afferma. “Sembra naturale e meravigliosa. Rende facile capire l’attrazione di Tyler per la sua singolarità”.

Il film on the road per sognare senza limiti


È Zak, un ventiduenne con la sindrome di Down che scappa dalla struttura dove risiede in North Carolina per scoprire un mondo che gli è ignoto. Da subito è (anche) una questione di volti: accanto al giovane e inedito Zack Gottsagen c’è, nel ruolo del compagno di stanza, l’anziano Bruce Dern, che esce di scena poco dopo la fuga.

Tra gli ultimi attori di quella generazione in grado di trasmettere una wildness autentica e istintiva, il consumato Dern ha tutta l’autorevolezza per “benedire” l’avventura del ragazzo, impaziente di sfondare il confine di una reclusione permanente.

È una faccia che vediamo poco, quella di Dern, ma ci resta impressa per tutto il film: per esperienza e carisma, è il solo che può garantire a Zak la bontà del suo desiderio di fuga verso un mondo in cui convivono libertà e favola, autonomia e divertimento. La vita, insomma.

D’altronde Zak ama il wrestling: una forma di spettacolo che ai suoi occhi è combattimento, dimostrazione di potenza, eroismo. E benché dica “Non posso essere eroe: ho la sindrome di Down”, il sogno di andare oltre ciò che gli è concesso è più forte. Alle soglie dell’autofiction, Gottsagen è toccante nel veicolare il proprio desiderio di diventare attore nel personaggio aspirante wrestler, battezzato con un nome simile (manca una “c”), interpretando così una variante di sé.

Siamo completamente dentro l’orizzonte del più consolidato immaginario americano, con Mark Twain inevitabile patrono di quest’avventura picaresca ai confini del possibile. Huckleberry Finn abita qui: fiumi sporchi, il caldo appiccicoso, strade che portano ovunque. “Non siamo nel Signore delle mosche!” sbotta verso il finale la paziente tutrice Dakota Johnson.

C’è pure il compagno di viaggio, un burbero e scapestrato fuorilegge (cos’ha combinato?). Un personaggio che sembra cucito su misura per il tormentato Shia LaBeouf, già golden boy nelle grazie degli autori-padri (Spielberg, Redford, Stone) e ora sempre più disposto ad accompagnare on the road anime in cerca di un posto nel mondo (American Honey ma anche il se stesso di Honey Boy). Ma tutte le facce sono giuste, dal religioso cieco Wayne Dehart al feroce John Hawkes fino a Thomas Haden Church ex wrestler.

Sulle spalle della coppia formata da Gottsagen e LaBeouf (commovente l’abbraccio sulla zattera), In viaggio verso un sogno promette ciò che mantiene. Un caloroso e sincero racconto di formazione che unisce la tradizione del grande romanzo americano, la scaltrezza del feel good movie, le marche tipiche del cinema indie.

In fondo siamo sempre lì: oltre l’emancipazione c’è il desiderio di riconoscersi in un gruppo, che accidentalmente chiamiamo famiglia. Ottimo successo negli States: miglior incasso indie del 2019.

“Il film più dannatamente tenero degli ultimi anni!”
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