COM'È NATO UN GOLPE - IL CASO MORO

Questo documentario ricostruisce l'agguato di via Fani, un'azione di guerra non convenzionale. Un vero e proprio golpe che in meno di due minuti colpisce a morte i 5 agenti della scorta di Aldo Moro.

2020
Italia
Documentario
Tommaso Cavallini

99min
5,90
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Era per molti versi l’ esperienza più tragica e quella che avrebbe segnato uno spartiacque nella storia del decennio oltre che nel destino di quel suo destino che erano le Brigate Rosse.In quei quasi due mesi Moretti scopriva attraverso le parole del suo prigioniero lo spessore di quello che le Br chiamavano lo ” stato” del quale poco sapevano. E che reagiva in modo inatteso per ostaggio e rapitore, i quali nei primi giorni coltivarono la certezza che la prova di forza era stata tremenda, ma si sarebbe conclusa senz’ altro sangue con un negoziato. Che il negoziato fosse respinto, che lo stato cancellasse via da sé non soltanto le Brigate Rosse che gli erano estranee, ma anche Moro, che era parso quasi la sua essenza, cadde su tutti e due come un colpo. E tutti e due (Moro e Moretti) vissero l’ esito come una fatalità. Anche se della morte di Moro è semplice e veritiero dire che sono le Brigate Rosse a portare la prima responsabilità, non è stata la sola responsabilità

Rossana Rossanda, Prefazione a “Mario Moretti, Brigate Rosse. Una Storia Italiana.

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Il documentario ripercorre le ultime fasi della vita politica di Aldo Moro, dal viaggio negli States del 1974 per poi concentrarsi sul rapimento, le prigioni e l’uccisione del Presidente della DC. Una narrazione condotta dal senatore Sergio Flamigni, dall’ex magistrato Carlo Palermo, da giornalisti e autori come Marcello Altamura, Rita Di Giovacchino e Carlo D’Adamo, che si contrappone con dati di fatto alla verità ufficiale del “Memoriale”: una nuova analisi balistica per fare luce sulla dinamica dell’agguato, un filmato inedito che svela la targa di un’auto presente in via Fani la mattina del 16 marzo 1978 di cui le indagini non hanno mai tenuto conto e la fonte “Beirut2”, intervistata da Carlo Palermo, che riferisce di una foto scattata ad Aldo Moro in un cortile durante la prigionia, di come la guerra fredda era fattivamente diretta da gruppi che controllavano sia Washington sia il Cremlino, a conferma del fatto che Aldo Moro doveva ovviamente morire e non per mano delle Brigate rosse al fine di attuare un golpe in Italia.