MARIE CURIE

Fisica e chimica di origine polacca, Marie Sklodowska-Curie è una pioniera nello studio della radioattività. La sua vita è consacrata alla ricerca scientifica insieme al marito Pierre Curie, fino alla sua accidentale morte. In un ambiente maschile e conservatore, Marie, rimasta sola, deve lottare per trovare il suo posto.

Prima donna a essere stata nominata dottoressa in fisica, professoressa alla Sorbonne, e ad aver ricevuto il premio Nobel in due campi diversi, Marie Curie ha dovuto battersi per far riconoscere il suo lavoro dopo la morte del marito.




2020
Polonia, Germania, Francia
Drammatico, Sentimentale
Marie Noelle
Karolina Gruszka, Arieh Worthalter, Charles Berling, Izabela Kuna, Malik Zidi.
95min
3,90

4


TRAILER


ACQUISTA

Valuta:

Note di regia

Chi era Marie Curie? Una brillante scienziata, come tutti sanno. La sua biografia è qualcosa di leggendario. Scoprendo il radio, questa donna eccezionale ha dato un considerevole contributo alla battaglia dell’umanità contro il cancro. La sua appassionata ricerca scientifica le è valsa un vasto consenso, ma la percezione che il grande pubblico ha di lei è solo quella di una tra le tante figure del Pantheon dei geni. Qualcosa che si può apprendere attraverso i numerosi documentari che vengono regolarmente realizzati sul suo conto. Ma chi era la donna dietro la mitica icona della scienza che nel corso del tempo è diventata? La vitala mise di fronte a molte sfide che dovette affrontare con un coraggio e una perseveranza enormi. È statala prima docente donna alla Sorbona, la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica e–a tutt’oggi–la sola donna ad aver vinto due Nobel in due categorie diverse. Tuttavia non le fu permesso di manifestare i propri sentimenti. Avendo io stessa un background scientifico, ho conosciuto la vicenda di Pierre e Marie Curie che ero ancora molto giovane. Già da studentessa Marie Curie era il mio idolo, e ho divorato molti libri che la riguardavano. Era una donna che, grazie alla propria intelligenza e al proprio talento, riuscì a farsi strada in un ambiente scientifico dominato dagli uomini. Perfino Albert Einstein, celebre per i suoi commenti spesso misogini, dichiarò la propria ammirazione per il suo genio. Alcuni anni fa il mio interesse per la Curie fu risvegliato dalla lettura di un articolo sulla sua storia d’amore con Paul Langevin, che quasi le impedì di ricevere il suo secondo Nobel. Ho sviluppato così un interesse particolare su questa parte della sua vita, diventata di dominio pubblico solo in anni recenti. Profondamente commossa da quanto avevo letto, ho iniziato ad approfondire la mia ricerca e mi sono presto imbattuta in Andrea Stoll, che stava scrivendo un libro sulle “donne forti”, Marie Curie compresa. In breve abbiamo condiviso il desiderio di presentare questo aspetto della vita della Curie in un lungometraggio. Ma piuttosto che limitarci a fornire uno sguardo retrospettivo su una vita fuori dal comune, volevamo raccontare la lotta di una donna per essere riconosciuta, una lotta che l’ha portata a negare molti aspetti del suo essere donna per poter seguire la propria passione per la scienza.

 Nel 1910 la società francese trasformò il suo “amour fou” per il fisico Paul Langevin in un enorme scandalo, riducendo la brillante scienziata a una banale adultera, come riportano i violenti e aggressivi resoconti della stampa del tempo. All’epoca, l’opinione prevalente negava alle donne con spiccate capacità logiche e analitiche qualsiasi femminilità. Verso le donne che intendevano occuparsi di scienza, ed erano determinate ad avere successo nel loro campo, c’era perfino ostilità e discriminazione. Il successo di Marie Curie fu tollerato fintanto che lei si prodigò devotamente e altruisticamente nelle sue ricerche accanto al marito. Una volta rimasta sola, diede scandalo osando mostrare i propri sentimenti, e fu costretta a imparare che ragione e passione non sono compatibili. L’esperienza di Marie Curie è esemplare per la vita di tutte le donne impegnate in settori tradizionalmente maschili. Perfino al giorno d’oggi.

Marie Noëlle

MARIE NOËLLE-AUTRICE, REGISTA

Marie Noëlle è nata in Francia, da madre spagnola e padre francese. Dopo gli studi di Matematica ha conseguito un Master of Business alla ESCP Europe. Dal 1982 lavora come autrice, sceneggiatrice e filmmaker. Nel 1979 inizia la sua collaborazione con Peter Sehr: è montatrice, co-autrice e co-regista di diversi suoi film(“A Group of People”, “Und nicht einTohuwabohu”, “Obsession”, “Hard Attraction”, etc.).Nel 1988 fondano insieme la società di produzione P’Artisan Filmproduktion GmbH.Nel1989scrive il suo primo romanzo “Les baillements de l’hippopotame”e sperimenta varie forme di scrittura. Nello stesso anno inizia a lavorare con Herbert Achternbusch (eclettico artista tedesco autore di non meno di 28 film), producendo diverse sue pellicole. Nel 1995 scrive e dirige il suo primo lungometraggio “Ich erzähle mir einen Mann” (“I Tell  Myself a Man”), candidato al Premio Max Ophüls (il riconoscimento tedesco assegnato alla migliore opera prima), cui fa seguito nel 1998 “Komm doch an den Tisch”, un documentario realizzato per ARTE eil Bayerische Rundfunk, e vari altri documentari. A partire dal 2001 organizza eventi all’ARRI Cinema, invitando registi, scrittori e artisti a presentare il proprio lavoro, concentrandosi sul rapporto tra il cinema e le altre arti. Nel 2005, con il patrocinio del comune di Monaco, fonda l’associazione Treffpunk Filmkultur, allo scopo di introdurre il pubblico giovanile al processo di creazione cinematografica e alla comprensione dell’arte. 

Il film

Per la nostra sceneggiatura abbiamo lavorato in primo luogo basandoci sui documenti originali: i diari di Marie Curie, lettere, rapporti di laboratorio, giornali dell’epoca, etc. Sul versante scientifico, ci siamo avvalse anche del supporto di esperti ed esimii membri dell’Accademia Francese delle Scienze, e siamo state tanto fortunate da trovare strumenti originali dell’epoca destinati ad arredare la ricostruzione del laboratorio Curie, che è uno degli ambienti principali del film, il luogo in cui Marie vive la propria passione. Al termine di una estesa ricerca in tre paesi, abbiamo avuto modo di mettere insieme un grande cast, e in special modo scegliendo-per il ruolo di protagonista-Karolina Gruzska, che impersona Marie Curie con una meravigliosa miscela di forza e tenerezza. Con il Direttore della Fotografia Michal Englert ci siamo avvicinati a lei come fosse un territorio sconosciuto da esplorare, catturando con la camera i riflessi nei suoi occhi, la contrazione delle labbra, la precisione delle sue dita durante gli esperimenti, i suoi capelli ribelli, la sua austerità ma anche la grazia dei suoi movimenti.Bozzetti,“moodboard” (mappe emotive) e prove con gli attori sono state le basi perle riprese. I movimenti fluidi della macchina da presa seguono lo sguardo curioso di Marie, sempre in movimento e pronto a percepire un’ampia varietà di fenomeni. Questo è un film storico, ma i costumi e il trucco sono stati ridotti al minimo. Marie Curie era una donna moderna che aveva abbandonato molto presto il corsetto normalmente usato dalle donne del tempo. Non possedeva molti abiti. E non capiva l’abitudine tutta femminile di trascorrere ore cercando di sembrare più belle, tanto che perfino con le sue figlie era piuttosto riluttante quando volevano truccarsi. Marie era molto “fisica”, e per tutta la vita ebbe bisogno del contatto con la natura. Sia le lettere della sua giovinezza che i suoi diari offrono molte valide informazioni, sotto questo aspetto. In particolare, Maria amava molto nuotare, in armonia con uno degli elementi naturali fondamentali della Terra.

MARIE CURIE, UN MODELLOPER LE DONNE MODERNE

   Quando Marie Curie scoprì la radioattività e due nuovi elementi chimici, alla fine del 19osecolo, come donna era nient’altro che un’attrazione in un mondo scientifico dominato dagli uomini. Le sue scoperte richiesero sacrifici fisici e materiali–e la sua stessa vita. Ma l’ambiziosa Marie dimostrò come fosse possibile raggiungere il successo lavorando duramente e con passione. Le cronache odierne mostrano che nell’ambiente scientifico le donne sono tuttora sotto-rappresentate: globalmente, oggi la percentuale di scienziate è del 29%, e scende ulteriormente man mano che si sale ai massimi livelli della ricerca. “La scienza ha urgente bisogno di donne altamente qualificate”, sostiene l’ex-ministra tedesca all’Educazione Johanna Wanka. Da qui la necessità, ora come non mai, di scienziate che rappresentino modelli di ruolo in grado di motivare molte più giovani donne a cimentarsi nella carriera scientifica e a migliorare la propria partecipazione alla ricerca. Marie Curie è in molti modi appunto un grande modello di questo tipo, una figura di riferimento per le potenti donne di domani. Il suo umanesimo e la sua forza sono fonte d’ispirazione per noi tutte.