Pasquale era guardia forestale ma è caduto nel vizio del gioco d'azzardo e per pagare i debiti ha (s)venduto un cardellino di valore che era sotto sequestro. È dunque stato licenziato e, a 63 anni, si ritrova disoccupato e depresso. La moglie Adriana è morta qualche tempo prima e la figlia Grazia, sposata con l'inconcludente Gioacchino Strato, vorrebbe da lui la cessione del quinto della pensione per regalarsi "la liposuzione definitiva". Per ritrovare un po' di sprint Pasquale compra da uno pseudo farmacista delle pasticche che gli fanno venire un infarto. Starà al suo circolo di amici tirarlo su di morale e offrigli un'opportunità economica sottoforma di imbroglio: cattureranno 200 cardellini e li dipingeranno di bianco, spacciandoli al mercato nero per una razza pregiata fra quelle tutelate dalla legge.
Dopo tanto è bello tornare a posare gli occhi su una commedia con la “C” maiuscola, moderna ma che allo stesso tempo guarda alla tradizione. Carlo Luglio ci è riuscito con Il ladro di cardellini, protagonista Nando Paone. Quello che scaturisce, qui, non è la risata esagerata ma un sorriso leggero e morbido, come delicati, del resto, sono l’intero film e la sua storia. Delicatezza ed eleganza, appunto. C’è qualcosa nei paesaggi di questa Napoli e della sua campagna (che non vengono mai nominate ma sono sempre lì), nei personaggi e nelle loro abitudinarie vite, nei rapporti che si creano, che invita chi guarda a voler essere lì con loro e a prendere parte alle loro (dis)avventure.