Gaspard Snow è un cantante rock sentimentale che si esibisce nel favoloso cabaret-café parigino Flowerburger, residuo di un mondo fantasioso ed eccentrico, romantico e sognatore, che fuori da quelle quattro mura non esiste più. Per giunta gli affari vanno male e la madre di Gaspard, anima e ispiratrice del locale, è morta, lasciando il marito e il figlio dentro un lutto che non sanno superare. Una sera, però, uscendo da lì, Gaspard trova sulla riva della Senna una sirena ferita e decide di portarla a casa e sistemarla nella propria vasca da bagno per curarla. Lula però lo avverte: il suo canto ammalia e uccide chi l'ascolta. E infatti alcuni uomini cominciano a cadere, stecchiti.
Come tutte le storie d'amore che si rispettino quella di Gaspard e Lula è una storia impossibile: non appena si innamorerà di lei, la sirena lo attaccherà al cuore, causando l'arresto del muscolo e dunque la morte del giovane. Non è tutta colpa sua: le ragioni affondano nella crudeltà e nell'intolleranza del maschio umano e in un voto da cui non si può tornare indietro, perché la sua forza è sovrannaturale.
Il punto del film o di Malzieu è proprio lì: occorre ritrovare la capacità di lasciarsi incantare in una Parigi contemporanea in stato di lutto. Occorre far scalpitare ancora i cuori fermi da troppo tempo. Occorre sperare ancora nella bellezza del mondo, permettendosi di adottare uno sguardo di stupore innocente. Gaspard possiede quello sguardo, o almeno l'ha posseduto, ma più di tutti lo possiede la creatura nuova al nostro mondo, che lo vede per la prima volta
A Parigi una fortissima alluvione ha portato l’acqua alta sulla Senna e, insieme, misteriose sparizioni. Una notte, il musicista malinconico Gaspard Snow è attratto da una voce incantevole, quella di una giovane e bella sirena che trova ferita lungo il fiume. Gaspard è ansioso di salvarla, ma non sa che sta per intraprendere grandi avventure e che il potere dell’amore e della musica potrebbero riparare il suo cuore spezzato.
Una sirena a Parigi è tratto dall’omonimo romanzo del cantante, musicista e regista francese Mathias Malzieu. La pellicola è il suo secondo lungometraggio, dopo il corto Le distributeur d’aurores boréales e il suo primo film La meccanica del cuore.
Una Sirena a Parigi è interpretato da Nicolas Duvauchelle (Proiettile vagante), Marilyn Lima, Rossy De Palma (Madame), Tchéky Karyo (L’erba di Grace) e Romane Bohringer.
Il film è un omaggio all’amore travolgente e impossibile, irrinunciabile energia vitale, fonte di creazione ma anche di distruzione. Una favola moderna dove il gusto retrò si mischia a battute brillanti con un pizzico di surreale.
Il film ha il proprio antefatto nell’alluvione che, nel 2016, ha scosso la capitale francese. Allora, la Senna si è riversata sulla città e dello scenario apocalittico che ne è seguito un uomo ha avuto l’intuizione di farne il preludio di un legame tra specie diverse.
Questa recensione di Una sirena a Parigi mette in evidenza in particolar modo la bellezza della messa in scena che disorienta lo spettatore e lo porta a spasso nel tempo. Mathias Malzieu adotta scenografia, colori e costumi che ricordano gli anni ’50 e un cinema sognante, che strizza l’occhio al musicarello e che sembra per questo sospeso nel tempo. Sono molto poche le scene in cui abbiamo la percezione di trovarsi ai nostri giorni, mentre tutte le scene ambientate in casa di Gaspard, per le strade di Parigi e nel Flowerburger sembrano venire da un passato incantato in cui una sirena ferita sembra essere il più normale dei fenomeni e il fatto che si innamori di un pescatore di sogni la più plausibile delle rivelazioni.
Una storia d'amore che scalda il cuore a ritmo di musica. La Senna, le relazioni impossibili, l'invito ad abbandonarsi all'immaginazione. Una favola diretta da Mathias Malzieu
Il regista Malzieu adatta il suo omonimo romanzo e trova una giusta misura tra i diversi linguaggi. Animazione (il richiamo è al suo Jack et la mécanique du cœur), momenti da videoclip, e tanta musica: non a caso Malzieu è la voce dei Dyonisos, gruppo rock originario di Valence. L’elemento fantastico ricorre nei testi delle sue canzoni, nei contenuti dei suoi libri, e scorre anche attraverso la macchina da presa. Una sirena a Parigi scalda il cuore, sa regalare il sorriso e, come cantava la mitica Ornella Vanoni in Bello amore, fa riflettere su che “dolce malattia è volersi bene”.