Documentario ritmato e mai parsimonioso nel dispensare stimoli visivi
allo spettatore, House of Cardin traccia la storia personale e
professionale del celebre stilista, venuto a mancare poco più di un anno
dopo la presentazione del film alla Mostra del Cinema di
Venezia.L'evoluzione della casa di moda Cardin, fondata dal giovane
Pierre dopo gli inizi con Christian Dior, ha preso infatti svolte
impreviste e colossali, prima stupendo con delle creazioni altamente
originali che hanno cementato il nome dello stilista nella cultura
popolare, poi contribuendo a democratizzare la haute couture aprendo un
canale verso una clientela non esclusiva (avviando la rivoluzione del
prèt-a-porter), e infine disintegrandosi in una galassia di prodotti
sotto licenza sempre più lontani dai dettami dell'alta moda, che hanno
essenzialmente fatto evaporare il nome di Cardin mentre lo rendevano
onnipresente.
Cardin, che tutto il mondo pronuncia alla francese, è un nome veneto. Pierre, nacque nel 1922 in un paesino del trevigiano, in una zona devastata dalla Prima Guerra Mondiale. La famiglia, una volta ricca grazie alla terra, cadde in disgrazia e emigrò in Francia. Fu qui che Pierre iniziò a lavorare come apprendista sarto a 14 anni. Balenciaga lo rifiutò per il suo atelier, andò a disegnare a cucire nella Maison Dior.
Basterebbe questo per un grande racconto, me c'è molto di più nella vita di quel gigante della moda che ha contribuito decisivamente, nei suoi lunghi 98 anni di vita, a rendere la moda l'industria che conosciamo oggi. Grande visionario, affascinato dalle forme del futuro, House of Cardin, diretto da P. David Ebersole e Todd Hughes racconta la vita appassionante di Pierre Cardin. Tra i personaggi del film, Sharon Stone, Naomi Campbell, Alice Cooper, Dionne Warwick, Jenny Shimizu, Jean-Michel Jarre, Pierre Cardin, Cyrielle Clair, Jean-Paul Gaultier, Josée Dayan.
Cardin fu anche il primo, a “brandizzare” il suo nome e ad utilizzare il
suo logo mettendolo su qualsiasi oggetto, dalle carte da giochi ai
portachiavi, dagli sci alle penne, dalle macchine agli aerei, fino ai
profumi. Su tutti, il più venduto era quello dalla forma fallica e una
pubblicità che lasciava poco spazio all’immaginazione. D'altra parte
Pierre racconta quanto in passato tutto fosse permesso in quanto
espressione creativa, niente era stato fatto prima e tutto si poteva
sperimentare. Il designer è ancora acuto, trascinante e divertente. Non
solo conserva il senso dell'umorismo, ma si presenta in vari modi come
deciso, ironico, determinato, a volte nelle nuvole, (nelle riprese
d'archivio, che vengono utilizzate con grande effetto in tutto il film,
gli occhi di Cardin sono spesso distolti dalla telecamera). È anche un
po' civettuolo e malizioso. Parlando dei suoi primi ricordi, lo stilista
fa battute, con un sorriso sornione: "Ero un bel ragazzo, quindi tutti
volevano venire a letto con me". Anche se sposò l'attrice francese
Jeanne Moreau, il suo grande amore sembra fosse essere il suo braccio
destro Andre Oliver, ma prima di tutto era il lavoro a essere il suo
primo amante. E poi il teatro, perché confessa di aver sempre voluto
recitare.