La vicenda umana e politica di Nilde Iotti viene ricostruita grazie alle testimonianze di chi l'ha conosciuta e ha collaborato con lei e all'intervento di Paola Cortellesi che ne ripropone il pensiero. Si forma così progressivamente il ritratto di una donna che ha lasciato un segno nella politica italiana del secolo scorso in favore di tutte le donne.
Questo documentario di Peter Marcias che, con rigore ma anche con partecipazione, mostra a chi non l'ha conosciuta ma anche a chi crede di averlo potuto fare (seppure come semplice cittadino o militante del PCI) l'immagine di una donna determinata e forte anche, in più di un'occasione, contro le posizioni dei propri stessi compagni di partito che non vedevano di buon occhio l'ascesa di una donna ai vertici delle istituzioni.
Si diceva della vicenda umana perché Marcias dà voce a donne che ricordano quanto scandalo creò la sua storia d'amore con Palmiro Togliatti (all'epoca sposato) non solo tra i tradizionalisti di parte avversa ma anche all'interno dello stesso PCI. Sul piano politico il ritratto che ne esce è quello di una donna consapevole del proprio ruolo e delle proprie doti che le mette però al servizio dell'emancipazione di tutte le donne. Per le giovani generazioni può sembrare impossibile che tutta una serie di diritti non riguardassero l'universo femminile italiano fino a pochi decenni fa.Ovviamente ce ne sono altri da conquistare e, come ricordava la Iotti, anche da conservare come la democrazia che spesso rischia di cadere più per propria debolezza che per forza altrui e questo ci viene ricordato legando il passato al presente.
Tra gli illustri centenari di quest’anno c’è anche quello della nascita di Nilde Iotti, giustamente ricordata e celebrata da questo documentario di Peter Marcias di solida vocazione didattica.
Prima donna eletta presidente della Camera dei deputati, che ha diretto per undici anni con fermezza e competenza eternamente rimpiante, Iotti viene raccontata seguendo le norme classiche del documentario biografico: testimonianze di chi la conosceva bene, contributi di studiosi e osservatori, materiali di repertorio, ricostruzione.
Quest’ultima è affidata a Paola Cortellesi, chiamata a dare voce alle parole di Iotti senza investimenti mimetici, portando in dote carisma e sicura passione nel rievocare una figura tanto decisiva per la storia italiana. Nilde Iotti, il tempo delle donne segue il percorso esistenziale e politico dell’icona comunista collocandone la figura all’interno di un discorso più ampio sulla battaglia per il riconoscimento delle donne in una società che relegava l’universo femminile al focolare domestico e alla subordinazione rispetto al maschile.
Pioniera e punto di riferimento per più di una generazione, Iotti non viene semplicemente celebrata per ciò che ha fatto nella sua attività politica. Elemento di indubbio interesse sta, infatti, nel coinvolgimento di “voci fuori dal coro”, come la radicale Edda Billi, che pur dimostrando stima verso Iotti ne mette in evidenza limiti e problematiche.
Testimonianze del genere tolgono al film una patina agiografica che è tuttavia garantita in particolare dagli interventi più “alti”, cioè il presidente emerito Giorgio Napolitano e quello in carica Sergio Mattarella, di una sincerità emotiva pari al dovere istituzionale di onorare la memoria di una donna che in tanti avrebbero voluto al Quirinale. Più autentiche le interviste alle amiche d’infanzia, fiere e commosse.
Attraverso immagini di repertorio, testimonianze di chi l'ha conosciuta e i suoi pensieri restituiti dall'attrice Paola Cortellesi, la vicenda umana e politica di Nilde Iotti si allontana dal sentiero biografico e penetra nel vivo delle nostre esistenze, oggi rese migliori dal suo coraggio che scardinò tabù ed emancipò la società civile italiana. Come se l'appassionante storia di Nilde appartenesse a tutti noi. Un viaggio in compagnia di un'anima nobile, una figura scomoda ed emblematica del Novecento che ha segnato le tappe di una crescita collettiva e scandito il tempo delle donne. Sul progetto cinematografico Nilde Iotti, il tempo delle donne, il regista Peter Marcias sottolinea la volontà di raccontare «una grande donna del novecento italiano, attingendo da numerosi repertori dai quali emerge la sua passione politica e il suo grande senso civile». E aggiunge apertamente un pensiero accolto e condiviso sin dall'inizio dal produttore Mario Mazzarotto, ovvero di «raccontare più che la figura politica, la donna e il suo tempo», ovvero «Nilde Iotti e la grande capacità di motivare l'universo femminile e renderlo protagonista dal dopoguerra fino ad oggi».
Alla base del progetto cinematografico Nilde Iotti, il tempo delle donne c’è la volontà di raccontare una grande donna del novecento italiano, attingendo dai numerosi repertori dai quali emerge la sua passione politica e il suo grande senso civile. Ho maturato l’idea di raccontare più che la figura politica la “donna e il suo tempo”: Nilde Iotti e la grande capacità di motivare l’universo femminile e renderlo protagonista dal dopo guerra fino ad oggi e soprattutto con l’obiettivo di consegnare alle donne contemporanee le motivazioni per un futuro che riconosca pienamente diritti e valori Sono partito dalle testimonianze delle amiche d’infanzia di Reggio Emilia: Ione Bartoli, Loretta Giaroni e Eletta Bertani. “Cinema di osservazione” in primis e interviste dirette per raccontare la giovane Iotti e la Resistenza che si fondono con un’attrice italiana come Paola Cortellesi, che interpretando se stessa si troverà a “comunicare”, attraverso il suo viaggio in Emilia Romagna, con le parole e i pensieri della Iotti.
Fondamentali i ricordi e le osservazioni di illustri personaggi della vita politica italiana di quegli anni (Giorgio Napolitano in primis e l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), e personaggi della cultura, teatro, cinema, quali Piera Degli Esposti, Cecilia Mangini, Edda Billi e altri che direttamente o indirettamente hanno avuto a che fare con la Iotti.
Il cinema del reale che incontra il presente del nostro paese, un racconto tutto al femminile per testimoniare l’Italia del cambiamento.
Nilde Iotti, pseudonimo di Leonilde Iotti (Reggio Emilia, 10 aprile 1920 – Poli, 4 dicembre 1999), è stata una politica italiana, prima donna nella storia dell'Italia repubblicana a ricoprire una delle tre massime cariche dello Stato, la presidenza della Camera dei deputati, incarico che detenne per quasi 13 anni e per ben tre legislature, dal 20 giugno 1979 al 22 aprile 1992, che rappresenta il più lungo mandato come presidente della Camera dall'istituzione della Repubblica.
Figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, Egidio, licenziato a causa del suo impegno politico, visse gli anni dell'adolescenza in un contesto di forti difficoltà economiche. Rimase orfana del padre nel 1934, e poté proseguire gli studi grazie a borse di studio che le permisero di iscriversi all'Università Cattolica di Milano.
A seguito della situazione in cui era precipitata l'Italia dopo l'armistizio dell’8 settembre 1943 prese forma il suo interesse verso la politica, avvicinandosi al PCI e partecipando alla Resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di staffetta porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di difesa della donna, formazione antifascista del PCI, diventandone un personaggio di primo piano. Nel giugno dello 1946 venne candidata ed eletta membro dell'Assemblea Costituente, nella quale fece parte della Commissione dei 75, incaricata della stesura della Costituzione.
Venne eletta Presidente della Camera dei deputati per tre volte consecutive, ricoprendo così quella carica per 13 anni, dal 1979 al 1992. Nessuno nella storia d'Italia ha ancora raggiunto il suo primato, esercitato coniugando alla guida imparziale della Camera una strenua difesa del parlamentarismo.
Fu membro della Commissione Affari Costituzionali, incentrando la sua attività sulla rilevanza del ruolo femminile nel mondo del lavoro e delle relazioni familiari. Negli anni successivi il suo impegno principale risultò essere la riforma delle norme civili, quali l'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico.
Nel 1969, primo anno della partecipazione dei parlamentari comunisti al Parlamento europeo, la Iotti fece parte della prima delegazione italiana. In quegli anni si impegnò per riformare l'elezione al parlamento stesso, attraverso la promulgazione della legge sul suffragio europeo diretto. Rimarrà deputata europea fino al 1979, anno delle prime elezioni dirette.
Nel 1987 ottenne un incarico di governo con mandato esplorativo da parte del Presidente della Repubblica Cossiga che si concluse senza esiti; fu la prima donna e la prima esponente comunista ad arrivare tanto vicino alla Presidenza del Consiglio.
Durante la sua vita ricevette inoltre numerose mansioni di prestigio quali: la presidenza della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali costituita il 9 settembre 1992 (dal marzo 1993, subentrando al dimissionario Ciriaco De Mita, sino al 7 aprile 1994); la presidenza della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (1996 - 1999), di cui fu anche vicepresidente nello stesso periodo.
Rinunciò a tutti gli incarichi il 18 novembre 1999 a causa di gravi problemi di salute. La Camera dei deputati accolse le sue dimissioni con un lunghissimo applauso; il futuro presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, suo vecchio compagno di partito, scrisse nell'occasione una lettera pubblica, e tornò a ricordare la Iotti nel 2006, nel discorso pronunciato alle Camere durante il giuramento per la Presidenza della Repubblica: «E ancora, abbiamo da contare - mi si lasci ricordare la splendida figura di Nilde Iotti - sulle formidabili risorse delle energie femminili non mobilitate e non valorizzate né nel lavoro né nella vita pubblica: pregiudizi e chiusure, con l'enorme spreco che ne consegue, ormai non più tollerabili.» Nilde Iotti morì pochi giorni dopo le sue dimissioni, il 4 dicembre 1999, per arresto cardiaco, alla clinica Villa Luana di Poli, presso Roma.
I funerali di Stato furono tenuti con rito civile secondo sue disposizioni, poiché era atea. È sepolta presso il Cimitero del Verano di Roma.
47 anni, 24 Novembre 1973 (Sagittario), Roma (Italia)
Due occhi che sprizzano allegria solo a guardarli, un volto che non si è mai negato al mondo dello spettacolo, che sia dietro il microfono di una radio o davanti allo sguardo indiscreto della cinepresa. Ha osato fare della critica sociale (l'inosabile) a teatro e ha vinto facendo il tutto esaurito con le repliche. Ha messo in mostra il suo lato romantico, fasciando il suo corpo voluttuoso e così morbidamente femminile in vestiti da regina ottocentesca, mostrando quel misto di porcellana e acciaio che sembra essere rubato alle suffragette inglesi. Ha deriso le dive di oggi, così vicine ai canoni hollywoodiani di perfezione con stucchevoli imitazioni. Sullo schermo, che sia piccolo o grande, può fare quel che vuole. Un viso torno incorniciato dai capelli color legno, così luminoso da farla assomigliare a una donna d'altri tempi. Dotata dell'incantevole fascino della risata e della lucida determinazione, questo fiore della recitazione comica italiana ha mostrato al mondo intero che sa togliere il fiato non solo con le risate, ma anche calcando il tasto del dramma, regalando autostima alle donne e dimostrando, una volta per tutte, la sua versatilità che da sempre l'ha contraddistinta nella sua eclettica carriera.
La gavetta
Formatasi presso la scuola di recitazione di Beatrice Bracco, esordisce, in principio, come teatrante nel 1995, unendosi a una compagnia teatrale dove porta in giro per l'Italia la prosa contemporanea. Dopo una robusta gavetta radiofonica, dove collabora assiduamente con Enrico Vaime ne "Il programma lo fate voi", arriva alla televisione partecipando come comica al programma preservale "Macao" di Gianni Boncompagni, dove porta il personaggio di Suor Letizia. Notata da Serena Dandini, viene subito ingaggiata per il programma "La posta del cuore", seguito da "Teatro 18". Entra poi nel cast dei programmi satirici della Gialappa's Band "Mai dire gol" e "Mai dire Grande Fratello", dove sforna una miriade di personaggi, imitazioni e macchiette che faranno divertire grandi e piccini.
Cinema
Debutta cinematograficamente partendo dal doppiaggio prestando la sua voce ai cartoni animati digitali o meno in film come Anna e il re (1999) e Stuart Little 2 (2002), poi passa alla recitazione vera e propria, facendosi dirigere da Alberto Taraglio in Amarsi può darsi (2000) con Claudia Gerini e Claudio Santamaria. Sarà poi un piccolo flirt di Aldo Baglio nel film del trio Aldo, Giovanni & Giacomo Chiedimi se sono felice (2000). Particolarmente a suo agio nella commedia, recita in Un altr'anno e poi cresco (2000) e soprattutto nel sottovalutato Se fossi in te (2001), per la quale interpretazione viene nominata al Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista. Dopo essere stata la co-conduttrice di "Uno di noi" (2002-2003) e la presentatrice di "Libero" (2001) e "Nessundorma" (2004), viene scelta da Carlo Mazzacurati per affiancare Fabrizio Bentivoglio nell'omonimo remake di A cavallo della tigre (2002) di Luigi Comencini e con Nino Manfredi, e si presta per una parte più drammatica nel film Il posto dell'anima (2003) di Riccardo Milani, senza però convincere particolarmente la critica e il pubblico. Ci si aspetta, insomma, una delle sue smorfie comiche da un momento all'altro! Torna a essere compagna di set di Claudio Santamaria in Passato prossimo (2003) di Maria Sole Tognazzi, poi esplode nella sua esuberanza come "valletta" o presunta tale al Festival di Sanremo, accanto a Simona Ventura, con la quale aveva già collaborato in "Quelli che il calcio...". Conquista veramente tutti con Tu la conosci Claudia? (2004), sempre affiancata dal trio Aldo, Giovanni & Giacomo, e dopo in Non prendere impegni stasera (2006) di Gianluca Maria Tavarelli, riesce veramente a farsi anche interprete drammatica con la fiction biografica Maria Montessori - Una vita per i bambini (2007) dello stesso regista, all'interno della quale investe il ruolo della pedagoga più nota al mondo, offrendo quel lato d'umanità che mancava a una figura troppo spesso reclusa nei libri di psicologia e pedagogia.
Tra teatro, tv e ancora cinema
Nel frattempo, a teatro, fa il pienone con lo spettacolo "Gli ultimi saranno ultimi" (2005-2006), anche se aveva dato prova di se stessa anche ne: "Roberto Zucco" (1996), "Bianca Snow" (1996), "L'uomo che inventò la televisione" (1997), "Cose che capitano" (1998), "Umane gesta" (1999) e "Ancora un attimo" (2003-2004). Ritorna a recitare per Riccardo Milani ne Il disco del mondo (Piano, solo) (2007) con Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca e Michele Placido. Sempre nel 2007 presta la sua voce all'eroina del film animato Persepolis. Il 2008 segna l'anno del suo ritorno in tv prima partecipando di nuovo in un programma della Dandini ("Parla con me") e poi con il suo one woman show "Non Perdiamoci di Vista" dove dimostra una volta di più le sue doti di attrice completa. Nel 2010 rientra nelle sale con il film La fisica dell'acqua (2009) con Claudio Amendola, mentre per la televisione ha finito di girare Le cose che restano (2009). La ritroviamo per Fausto Brizzi in Maschi contro femmine (2010), dove interpreta Chiara, infermiera solitaria molto rigorosa che litiga continuamente con il bel vicino di casa Diego (Alessandro Preziosi), il suo esatto opposto: playboy misogino, che ogni sera si porta a casa una ragazza diversa. Esperienza, quest'ultima, replicata con la partecipazione al secondo capitolo del dittico di Brizzi, Femmine contro Maschi (2011). Sempre nello stesso anno la troviamo anche in altre due commedie tutte italiane: Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno e in C'è chi dice no di Giambattista Avellino (ruolo per cui vince il David di Donatello come migliore attrice). In seguito la troviamo nella commedia di Luca Miniero Un boss in salotto e in quella di Carlo Verdone Sotto una buona stella. Torna a lavorare con Massimiliano Bruno, questa volta in un ruolo drammatico, per Gli ultimi saranno ultimi, e passa poi alla commedia con Qualcosa di nuovo (2016) di Cristina Comencini. Tornerà in Mamma o papà?, diretta dal marito Riccardo Milani, al fianco di Antonio Albanese.
Non ostenta le sue forme con orgoglio, Paola. A che servirebbe? Non siamo certo abituati a vederla con elegantissimi e raffinati abiti con il cocktail di turno in mano! A noi, come direbbe la Gialappa's Band, piace ricordarla così, mentre vomita ogni tipo di sconcezze e bestemmie grammaticali nel videoclip "Non mi chiedermi" con Frankie hi-nrg, unta come una sogliola fritta e spavalda nella sua bellezza alla Paris Hilton, mentre mette a dura prova la resistenza fisica (e mentale) di qualsiasi insegnante di italiano.